martedì 16 gennaio 2018

ROBERTO CERE' - STORIE IMPOSSIBILI - Michael Dell






“Non passare tanto tempo cercando di scegliere l’occasione perfetta, rischi di perdere l’occasione giusta.”

Michael Dell

" Ha una faccia sorridente, pulita. Uno di quei volti che da sempre colleghiamo all’idea più sana di America: una terra di opportunità, che nella sua Dichiarazione d’indipendenza ribadisce il diritto di ogni cittadino alla ricerca della felicità e che sa dare il giusto valore all’impegno e agli sforzi di chi giorno dopo giorno si dà da fare per realizzare i propri sogni.

Michael è nato nel 1965 a Houston, nel Texas, ed è uno di quelli che hanno cominciato molto presto a darsi da fare. Già a 12 anni, quando non poteva certo aver ben chiaro quale obiettivo avrebbe perseguito per il resto della vita, ha dimostrato di essere animato da un sano e avventuroso spirito imprenditoriale.


L’occasione per far emergere le sue qualità si presenta quando un amico di suo padre mostra a lui e a un compagno di giochi la propria collezione di francobolli. Perdendosi in quei raccoglitori ordinati e variopinti, pieni di rettangolini che parlano tutte le lingue del mondo, i ragazzini si appassionano immediatamente alla filatelia e ben presto vi si dedicano con grande entusiasmo.Divorano le riviste di settore ed entrano nel mercato delle aste, dove gente da tutto il Paese si raduna per scambiare pezzi e comprarne di nuovi. Quando Michael intuisce che intorno alla sua passione c’è un mercato fiorente, l’hobby si trasforma subito in una professione.


Organizza lui stesso un’asta pubblicizzandola su un bollettino di filatelia e raccoglie i pezzi da battere chiedendoli ad amici, vicini di casa e conoscenti. È solo un ragazzino, ma grazie a questa trovata si porta a casa 2.000 dollari, facendo guadagnare belle somme a tutte le persone cui aveva chiesto francobolli da vendere. Quel che si dice un esordio promettente.


***


Michael è un bravo studente e i suoi genitori sognano per lui un futuro da medico, ma l’interesse del ragazzo si concentra sulle nuove tecnologie. Arrangiandosi con lavoretti di ogni genere, a 15 anni mette da parte il necessario per comprare uno dei primi computer Apple. Lo scopo dell’acquisto non ha nulla a che fare con la scuola e nemmeno con i videogiochi: Michael vuole solo smontarlo.


Aperto quel guscio di plastica, il ragazzo si ritrova davanti a una meraviglia della tecnica. Agli occhi di un profano non sarebbe altro che un labirinto di transistor e cavi, ma per lui è come osservare un paesaggio urbano, una città in miniatura fatta di schede e circuiti. In quel momento capisce d’aver trovato la propria dimensione. Studierà il funzionamento di quelle macchine fino a quando sarà in grado di costruirne una con le sue mani.


Si iscrive al college, ma senza troppa convinzione. È un ragazzo brillante e motivato, tuttavia sente che il sistema scolastico richiede troppo tempo per uno che, a dispetto della sua giovane età, ha già le idee molto chiare. Appresi i rudimenti della costruzione di un computer, trasforma la propria stanza del dormitorio studentesco nella base della sua prima attività imprenditoriale e nel 1984, a soli 19 anni, fonda la Pc’s Limited.


Sa di non poter competere con i grandi marchi della produzione di computer ma – come aveva già fatto qualche anno prima con le aste dei francobolli – intuisce il punto debole del loro sistema di vendita: per raggiungere il cliente finale, tutte le aziende di informatica devono puntare su una propria rete distributiva o su altre catene di negozi di elettrodomestici indipendenti. Istituendo un intermediario, il costo dei loro prodotti sale e questo rende i computer – oggetti che in quegli anni erano già di per sé piuttosto costosi – una spesa inavvicinabile per moltissimi potenziali clienti. I computer di Michael, invece, vengono venduti direttamente al compratore che ordina per corrispondenza.


La Pc’s Limited parte con un investimento di soli 1.000 dollari e all’inizio si rivolge soprattutto a persone che Michael conosce direttamente, compagni del college e simili, che gli garantiscono un rapido e travolgente passaparola. Nel giro di un anno gli affari raggiungono un volume tale da costringerlo ad abbandonare gli studi.


***


Nel 1987, Pc’s Limited viene ribattezzata Dell Computer Corporation e, nel giro di pochi mesi, viene quotata in Borsa. Cinque anni dopo, nel 1992, finisce nell’elenco stilato da Fortune delle 500 imprese più redditizie d’America. Michael è l’amministratore delegato più giovane in tutta la lista.


Da quel momento, la sua ascesa diventa inarrestabile. Anno dopo anno, il suo nome scala la classifica di Forbes degli uomini più ricchi prima d’America e poi del mondo. Nel 2001, un altro traguardo storico: Dell supera Compaq e diventa il primo produttore di personal computer per volume di vendite. L’azienda insedia uffici in oltre 30 Paesi e dà lavoro a un crescente esercito di dipendenti.


Nel 2004, a soli 39 anni, Michael decide di lasciare la carica di amministratore delegato. Pur restando presidente del consiglio di amministrazione, gradualmente affida le decisioni di maggiore responsabilità ai propri collaboratori e concentra i suoi sforzi e parti significative del suo patrimonio personale nei progetti umanitari della Michael & Susan Dell Foundation, un’organizzazione benefica che lui e sua moglie avevano fondato nel 1999.


Proprio nel 2004, la fondazione devolve ingenti donazioni alle vittime del terribile tsunami che a dicembre colpisce il Sudest asiatico, mentre nel 2006 devolve ben 50 milioni di dollari all’Università del Texas.


“Morire e affidare il compito di decidere cosa avrei voluto fare con i miei soldi a un gruppo di tizi che si radunano attorno a un tavolo non mi sembra una grande idea”, ha detto Michael spiegando la sua scelta di dedicarsi alla beneficenza. “Non fa per me. Voglio occuparmene finché sono vivo e farlo come si deve”.


***


L’uscita di scena di Michael, però, costa gravi perdite alla Dell Inc. (questo il nome dell’azienda dal 2003). Incertezze manageriali e interi stock di computer difettosi mettono improvvisamente in cattiva luce l’azienda. Le sanzioni subite per risarcire i tanti compratori delusi gettano ombre su un marchio da sempre noto per l’affidabilità delle sue macchine e la qualità del suo servizio clienti.


È la prima volta che Michael inciampa in un problema di tale portata. Fino a quel momento la sua vita è stata caratterizzata da un’irresistibile ascesa, ma adesso si trova nel pieno di una grave battuta d’arresto che mette a rischio la credibilità del suo nome e il lavoro di moltissime persone.


Nel 2007, Michael torna al suo incarico di amministratore delegato, ma si trova a operare in un mercato radicalmente mutato dal fiorire degli smartphone e dalla tecnologia emergente dei tablet. La Dell è ancora estranea a quel giro d’affari, ormai è troppo tardi per rimediare a un ritardo che ogni giorno si fa più drammatico.


Occorre cambiare prospettiva e allora Michael ripensa ai valori che l’hanno spinto fin dall’inizio a creare la sua compagnia, si impegna per ritrovare la determinazione che già da ragazzo lo aveva spinto alla ricerca di una precoce indipendenza economica. Sente che il primo passo da fare è riappropriarsi della sua azienda: non più una società ad azionariato diffuso, ma un’azienda privata, sotto il suo attento controllo. Con grandi sforzi, dopo una lunga campagna di recupero costata anni di trattative e oltre 20 miliardi di dollari, nell’ottobre 2013 la Dell Inc. torna a essere un’azienda privata con Michael saldamente al comando.


Ripresasi dallo shock, l’azienda è tornata più agguerrita che mai, mandando in porto alcune delle principali acquisizioni del mercato delle nuove tecnologie. Questa seconda giovinezza imprenditoriale ha permesso a Michael di reinventarsi, di smarcarsi da un mercato ormai saturo di smartphone e tablet per individuarne uno la cui rilevanza è in costante crescita: l’archiviazione e la protezione dei dati.


Quella che doveva essere una catastrofe finanziaria di dimensioni colossali si è rivelata l’occasione per Michael di riscoprire il proprio senso per gli affari e accettare nuove sfide con il desiderio di aggiornarsi sempre, perché il cambiamento è vita. "


#sevuoipuoi


Nel dicembre 2015, Michael Dell ha postato su Twitter il suo primo biglietto da visita, un rettangolino di carta ingiallita che risale al 1984. Tra il logo della Pc’s Limited – la futura Dell Inc. – e l’indirizzo di un capannone ad Austin, in Texas, c’è il suo nome scritto a penna.


“Non dimenticarti mai da dove vieni”. È così che Michael ha commentato quest’immagine potente e dolce al contempo, come per ricordare a noi e a se stesso che la cosa più importante è non rinnegare mai quello che siamo stati. Perché, se sbagli, se perdi la strada o anche solo sbandi, non vuol dire che per te è finita: devi solo cambiare.


Hai avuto la forza di pagare per i tuoi errori, ma ora devi tirar fuori anche quella per rialzarti. Se saprai farlo, potrai davvero sentire il sostegno, la comprensione e il perdono tuoi e degli altri.


Cambiare non vuol dire nascondersi dietro a una nuova maschera, ma fare un passo avanti rispetto al tuo passato, alla persona che eri, quella che ha avuto il coraggio di fare la prima mossa.


Ringrazio l'autore Roberto Cerè di Storie Impossibili e l'editore Mind Edizioni, per aver concesso la pubblicazione di questo estratto. Se vuoi puoi acquistare il libro da questo link:


https://www.amazon.it/Storie-impossibili-Roberto-Cer%C3%A8/dp/8869390608/ref=sr_1_1?s=books&ie=UTF8&qid=1515271588&sr=1-1&keywords=storie+impossibili++roberto+cer%C3%A8



Le immagini sono prese dal libro di Roberto Cerè Storie Impossibili e sono libere da copyright.


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